Amore oltre cultura
Di Chiara Amigoni
Sabato 16 luglio, presso la sede della FFWPU di Bergamo, si è tenuto un interessante incontro dal titolo “Amore Oltre Cultura”, creato dalla collaborazione tra il gruppo CARP di Bergamo e la Federazione Delle Donne Di Bergamo.
Il pomeriggio era dedicato alla bellissima testimonianza di vita da parte di una giovane ragazza bergamasca, Giada Frana, giornalista freelance, la quale, nata a Bergamo e vissuta in Italia, si è fidanzata e poi sposata con un giovane ragazzo tunisino musulmano.
L’incontro aveva come scopo quello di poter conoscere altre realtà moderne dove l’amore supera di gran lunga le religioni e le culture, anche se molto diverse.
E’ stato molto interessante poter ascoltare un diverso punto di vista riguardo alla inter religiosità e alla coppia multiculturale.
Giada, che è stata introdotta da Giannina Ravaglioli, la quale ha spiegato come si sono conosciute anni fa, ha preso la parola e, in modo molto semplice e colloquiale, ha parlato della sua vita, partendo dal primo incontro con suo marito all’università, dove entrambi studiavano e dove si sono innamorati. Dopo che lui ha insistito e le ha fatto la corte, si sono sposati in Italia e poi trasferiti in Tunisia e vissuto li per due anni.
E qui lei si è soffermata, coinvolta anche dalle domande dei partecipanti all’incontro, spiegando che è stata sempre ben voluta dalla famiglia di lui. I genitori del marito, seppur molto ortodossi rispetto alle regole dell’islam, l’hanno accolta senza problemi. Ha spiegato come all’inizio, la suocera, tentava di spingerla verso la religione musulmana, ma ha anche detto come il marito, cresciuto invece distante dalle tradizioni strette della cultura, si arrabbiava con la madre perché voleva che Giada potesse vivere senza pressioni la loro relazione. Ha raccontato alcune piccole e grandi tradizioni di quei paesi e di quella religione, come il ramadan o la festa dell’agnello. Gli anni in Tunisia per Giada sono stati belli e pieni di esperienze. Come forse erroneamente si può pensare, come donna occidentale non ha subito forme di molestie o razzismo, ma anzi, veniva vista molto bene da tutti. Ha potuto continuare il suo lavoro da giornalista, viaggiando spesso anche da sola o con un’altra collega, senza alcun problema.
Ha poi parlato dell’attentato al museo del Bardo nel marzo del 2015, quando lei stessa ha intervistato molte persone che avevano vissuto il fatto e da li la conversazione si è spostata all’odierno ISIS, che purtroppo sta facendo molti attentati in Europa, uno degli ultimi a Nizza, che ha portato moltissimi morti.
Giada ha spiegato come solo da Tunisi siano partiti più di 3 mila foreign fighter( giovani che vengono reclutati dall’ ISIS) e si è soffermata su una sua riflessione riguardo a questo affermando che purtroppo molto spesso, la perdita di identità da parte dei giovani a causa di un futuro instabile e di incertezze li portano a trovare rifugio in un qualcosa che sembra possa dar loro un obiettivo nella vita, come appunto l’ISIS.
A conclusione dell’incontro ci sono state alcune domande da parte dei partecipanti alla quale Giada ha riposto. Il tutto si è poi concluso con un buffet.