Dove tornerà Cristo? – il Principio di Unificazione (dott. Tyler Hendricks)
DOVE TORNERÀ CRISTO? In questa puntata, il dott. Tyler Hendricks affronta il tema del ritorno di Cristo. Analizzando un’importante parabola di Gesù in merito e alcuni passaggi dell’Apocalisse, il dott. Hendricks fa luce su dove Cristo tornerà.
Ecco il quarantunesimo video della serie sul Principio di Unificazione, realizzata dal dott. Tyler Hendricks. Il dott. Hendricks è stato presidente del Seminario Teologico dell’Unificazione (UTS) a New York City, dal 2000 al 2010.
Bentornati alla Strada della Felicità, un’introduzione al Principio di Unificazione. Sono il presentatore, dott. Tyler Hendricks. Nell’ultima puntata, abbiamo visto come la venuta sulle nubi del Signore indica che egli verrà quale figura centrale, in mezzo ad una moltitudine di credenti con Dio al centro. Questa è una affermazione cruciale.
Quando ero un adolescente, c’era un poster di Gesù che camminava in una chiesa durante una messa e tutte le persone lo evitavano, guardavano altrove e si sentivano a disagio. Sorge allora una domanda rivolta a noi: se fossimo vissuti a Gerusalemme quando Gesù era sulla terra, lo avremmo riconosciuto? Avremmo dato tutto per seguirlo? Se Cristo deve tornare nella carne, dove pensate che nascerà?
Tornerà in mezzo al popolo ebreo? Alcuni versetti biblici sembrano suggerire proprio questo. In Apocalisse 7:4 è scritto “E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati di tutte le tribù dei figli d’Israele”. Sembra che Cristo tornerà in Israele. Gesù disse: “vi dico in verità che non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che il Figlio dell’uomo sia venuto” [Mt 10:23].
Un altro versetto dice “In verità vi dico che alcuni di coloro che sono qui presenti non gusteranno la morte, finché non abbiano visto il Figlio dell’uomo venire nel suo regno” [Mt 16:28]. Molti credenti pensano che questo significhi che Cristo tornerà nella prima Israele. Tuttavia, interpretare questi versetti in questo modo significare fraintendere la provvidenza di Dio per come Gesù ce la insegnò.
Gesù disse che Israele, la prima Israele, avrebbe perso il ruolo messianico. In Matteo 21[:33-44], Gesù racconta una parabola, che parla del padrone di una vigna, dei lavoratori, del figlio del padrone e dei suoi servi [Mt 21:33-43]. Potete leggere la parabola sullo schermo.
Avete percepito il cuore di Gesù? In questa parabola, il padrone rappresenta Dio, e la vigna rappresenta la Provvidenza di Dio sulla terra. Il lavoratori della vigna rappresentano la prima Israele, i servi rappresentano i profeti, il figlio del padrone rappresenta Gesù e i lavoratori che portano frutto rappresentano i successori della prima Israele, che attendono Cristo al Secondo Avvento. Gesù voleva dire che non sarebbe tornato presso il popolo che lo aveva rifiutato.
Dio prenderà la missione affidatagli in precedenza e la darà ad un altro popolo che possa concluderla con successo al ritorno di Cristo. Anche se Israele era la nazione scelta, poiché volse le spalle a Gesù, Israele perse la qualifica di popolo scelto di Dio.
Nella Bibbia, ogni volta che il popolo scelto fallisce nel credere in Dio e Gli si oppone, Dio lo abbandona, e va alla ricerca delle persone preparate. Le 10 tribù del regno di Israele del nord, che peccarono contro Dio, perirono e furono conquistate dall’Impero degli Assiri (722 a.C.). Solo il regno di Giuda (al Sud) rimase nella posizione di popolo scelto che avrebbe ricevuto Gesù.
Tuttavia, quando mandarono Gesù in croce, anch’essi persero la qualifica per ricevere il Messia. Quindi, chi divenne la nuova Israle dopo la crocifissione di Gesù? I cristiani assunsero questo ruolo. Essi ereditarono la fede di Abramo e fecero propria la missione dei discendenti di Abramo.
S. Paolo scrisse “a causa della loro caduta [la caduta del popolo ebreo] la salvezza è giunta agli stranieri per provocare la loro gelosia” [Rom 11:11]. Quindi, il popolo scelto che deve porre la fondazione per il Secondo Avvento di Cristo non sono i diretti discendenti di Abramo, ma piuttosto i cristiani, che hanno ereditato la fede di Abramo.
Ci sono tante nazioni cristiane. Quale tra le tante erediterà l’opera inconclusa di Dio e la porterà a compimento? La Bibbia ci dice che la nazione che erediterà questa missione sta in Oriente. In Apocalisse 7:2-4 è scritto “Poi vidi un altro angelo che saliva dal sol levante, il quale aveva il sigillo del Dio vivente. […] E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila”. Cristo ritornerà in una nazione dell’Est.
Sin dall’antichità, le nazioni dell’Est sono state tradizionalmente considerate le tre nazioni di Corea, Giappone e Cina. Tra queste, il Giappone nella sua storia ha venerato la dea del sole. Il Giappone nel periodo del Secondo Avvento divenne una nazione fascista e, dal 1910, vessò duramente la Corea e invase militarmente la Cina. Dopo un periodo di presenza cristiana in Giappone, il Giappone si oppose fortemente al Cristianesimo e tuttora esso conta pochi fedeli in Giappone. La Cina, al tempo del Secondo Avvento, stava diventando comunista e sopprimeva le nuove religioni. Nemmeno la Cina è ospitale al ritorno di Cristo.
È dunque la Corea, la nazione dell’Est in cui tornerà Cristo? Esaminiamo le condizioni storiche necessarie affinché la Corea potesse diventare una nazione adatta a ricevere il Messia.
Primo, la Corea dovette realizzare una condizione nazionale basata sul numero 40, per la separazione da Satana. All’inizio del XX secolo, la Corea patì indicibili vessazioni quale colonia giapponese, per un periodo di 40 anni. La prima Israele soffrì 400 anni in schiavitù in Egitto, e la seconda Israele, il Cristianesimo, dovette affrontare 400 anni di persecuzione sotto all’Impero Romano. Anche la Corea dovette soffrire, per 40 anni (dal 1905 al 1945), come colonia giapponese, per poter realizzare la condizione di separazione da Satana. Il popolo coreano soffrì imperialismo, sfruttamento economico, povertà estrema, oppressione ideologica e culturale, per mano del governo giapponese. In reazione a ciò, il cristianesimo coreano guidò un movimento di indipendenza, alla ricerca della libertà e del Regno di Dio.
Secondo, la Corea è la linea del fronte tra Dio e Satana. Alla conclusione della storia umana, ci sarà inevitabilmente una battaglia finale tra il lato di Dio e il lato di Satana, e il lato di Dio deve uscirne vittorioso. Nel punto di confronto tra Dio e Satana, è necessario un sacrificio, quale condizione per la vittoria.
Il popolo coreano fu questo sacrificio. Dio intervenne per liberare la Corea del Sud, e Satana prese con la forza la Corea del Nord. Per il bene della restaurazione del mondo, la Corea, quale offerta nazionale, fu divisa, proprio come i sacrifici di Abramo dovevano essere divisi.
Questa divisione si trova al 38° parallelo, la linea di divisione tra Caino e Abele. È la linea del fronte del confronto tra democrazia e comunismo. Se il Messia al Secondo Avvento verrà in Corea, Dio opererà attraverso di lui per riconciliare la Corea del Nord, la visione di tipo di Caino, e la Corea del Sud, la visione di tipo Abele. Con al centro il Cristianesimo, possiamo risolvere il conflitto tra destra e sinistra. Questa è la fondazione per portare il Regno dei cieli sulla terra.
Terzo, la Corea deve avere una relazione con il cuore di Dio. Per farsi carico della provvidenza di restaurazione e per relazionarsi con il cuore addolorato di Dio, la Corea deve aver sperimentato dolore e sofferenza nella propria storia. Per questo motivo, la Corea ha avuto una storia piena di sangue, sudore e lacrime, spesso chiamata a proteggere la sua identità nazionale, la sua lingua, il proprio territorio. La Corea onora la sua storia sofferente di 5’000 anni.
Inoltre, la Corea è una nazione dal buon cuore, e non ha mai invaso un’altra nazione. Il popolo coreano è naturalmente dotato di uno spirito religioso. La Corea è una nazione forte, che ha dimostrato un forte desiderio di onorare Dio e ha sempre innalzato le virtù della lealtà, della pietà filiale e della castità.
Quarto, il popolo coreano deve avere chiare testimonianze dei propri profeti. Il popolo coreano ha creduto nella profezia che il Re Giusto sarebbe apparso e avrebbe fondato un regno glorioso ed eterno in Corea. Questa idea messianica tra il popolo coreano fu trasmessa attraverso il Maitreya Buddha nel Buddhismo e il Chunggamnok, un libro di profezie. Inoltre, tra i credenti di ogni religione in Corea ci sono persone che hanno ricevuto la rivelazione che il fondatore della propria religione sarebbe tornato in Corea. I cristiani coreani hanno ricevuto rivelazioni e segni che testimoniano del Secondo Avvento di Cristo in Corea. Le rivelazioni si diffusero come germogli di bambù dopo una pioggia.
Nella prossima puntata approfondiremo ulteriormente la storia della Corea e dove tornerà Cristo.