Giosuè e il terzo corso nazionale – il Principio di Unificazione (dott. Tyler Hendricks)
GIOSUÈ E IL TERZO CORSO NAZIONALE. Mosè visse fino all’età di 120 anni e morì sul Monte Nebo, da cui poteva vedere Canaan. Mosè chiamò Giosuè a guidare Israele dopo la sua morte e Dio benedisse Giosuè grandemente. Dio disse a Giosuè: “Nessuno potrà resistere di fronte a te tutti i giorni della tua vita; come sono stato con Mosè, così sarò con te; io non ti lascerò e non ti abbandonerò. Sii forte e coraggioso, perché tu metterai questo popolo in possesso del paese che giurai ai loro padri di dar loro. Solo sii molto forte e coraggioso; abbi cura di mettere in pratica tutta la legge che Mosè, mio servo, ti ha data; non te ne sviare né a destra né a sinistra, affinché tu prosperi dovunque andrai.” [Gs 1:5-7]
Ecco il trentunesimo video della serie sul Principio di Unificazione, realizzata dal dott. Tyler Hendricks. Il dott. Hendricks è stato presidente del Seminario Teologico dell’Unificazione (UTS) a New York City, dal 2000 al 2010.
Bentornati alla Strada della Felicità, un’introduzione al Principio di Unificazione. Sono il presentatore, il dott. Tyler Hendricks. Nell’ultima puntata abbiamo visto il fallimento del secondo corso nazionale per restaurare Canaan e ora ci prepariamo ad affrontare il terzo corso nazionale.
La storia si fa lunga… Vagabondare nel deserto… sembra non abbia nulla a che vedere con l’ideale del matrimonio e della famiglia. Ma le nostre vite e il mondo intorno a noi non sono poi così diverse da un tragitto nel deserto. Attraverso il corso di Mosè, vediamo che Dio non si arrende mai, ma cerca sempre di creare una fondazione per ricevere il Messia vivente.
Quindi, vedremo i corsi di Mosè e di Gesù, e vedremo che per molti aspetti non sono molto diversi dal nostro corso, e che Dio è con noi come era con loro.
A seguito del fallimento dello spionaggio, Israele vagabondò nel deserto per 40 anni. Infine tornò a Cadesh Barnea. Nel loro girovagare, seguendo le indicazioni di Dio, tutte le persone che al censimento avevano almeno 21 anni morirono e i più giovani crebbero onorando e servendo il Tabernacolo, sopravvivendo grazie alla loro fede e alla loro lealtà.
Così, essi posero la fondazione di fede per il terzo tentativo per restaurare Canaan, che cominciò dalla partenza da Cadesh Barnea.
Se il popolo di Israele avesse onorato il Tabernacolo e seguito Mosè senza lamentele, questo avrebbe completato sia la fondazione di fede sia la fondazione di sostanza, con al centro Mosè e il popolo sarebbe entrato in Canaan.
Per completare questo corso e per placare le lamentele del popolo [Nu 20:4-5], Dio disse a Mosè di colpire la roccia di fronte al popolo, per far sgorgare acqua affinché bevessero [Nu 20:8]. Sulla condizione di bere l’acqua dalla roccia, il popolo sarebbe entrato in Canaan, avendo completato la fondazione di sostanza.
Ma, questa volta, la figura centrale, Mosè, commise un errore. Mosè si adirò verso il popolo che si lamentava della mancanza d’acqua. Egli colpì la roccia due volte invece che una sola. Poiché egli colpì la roccia due volte, la provvidenza non fu stabilita.
E Mosè dovette rimanere nel deserto, nonostante la Terra Promessa fosse proprio davanti ai suoi occhi. Perché fu un peccato colpire la roccia due volte? [Nu 20:24; Nu 27:12-14]
La roccia era la radice delle Tavole di pietra che rappresentavano Adamo ed Eva, su cui erano scritti i Dieci Comandamenti.
Colpire la roccia una volta significava riportare Adamo caduto in vita, cioè Gesù Cristo. Cristo è chiamato la “roccia spirituale” [1Cor 10:4]. Perciò, colpire la roccia e far sgorgare acqua da essa aveva lo scopo di mostrare che Gesù sarebbe venuto nella posizione di Adamo rinato e avrebbe salvato l’umanità con l’acqua di vita.
Colpire la roccia DI NUOVO, significava colpire Gesù. Mosè fece questo in un moto di rabbia e Satana trovò una condizione per colpire Gesù alla sua venuta.
Dopo che Mosè ebbe colpito la roccia due volte, Dio mandò dei serpenti velenosi che uccisero molti Israeliti che mancarono di fede [Nu 21:6].
Dio disse a Mosè di fare un serpente di bronzo e di porlo sopra un’asta. Chiunque avrebbe guardato il serpente di bronzo sarebbe sopravvissuto [Nu 21:9].
Cosa significava tutto questo? I serpenti velenosi rappresentavano Satana, che fece cadere Eva, mentre il serpente di bronzo rappresentava Gesù Cristo, che sarebbe venuto come serpente celeste. Questo preannunciò che se le persone avessero mancato di fede in Gesù, egli sarebbe stato messo in croce e coloro che avessero creduto in lui sarebbero stati salvati.
Mosè visse fino all’età di 120 anni e morì sul Monte Nebo, da cui poteva vedere Canaan [Deut 34:4-5] Mosè chiamò Giosuè a guidare Israele dopo la sua morte e Dio benedisse Giosuè grandemente. Dio disse a Giosuè: “Nessuno potrà resistere di fronte a te tutti i giorni della tua vita; come sono stato con Mosè, così sarò con te; io non ti lascerò e non ti abbandonerò. Sii forte e coraggioso, perché tu metterai questo popolo in possesso del paese che giurai ai loro padri di dar loro. Solo sii molto forte e coraggioso; abbi cura di mettere in pratica tutta la legge che Mosè, mio servo, ti ha data; non te ne sviare né a destra né a sinistra, affinché tu prosperi dovunque andrai.” [Gs 1:5-7]
Giosuè prese con sé due spie e le inviò alla città di Gerico. Una prostituta di nome Raab mise a rischio la sua vita e ingannò i propri concittadini, per aiutare le spie a fuggire. Raab compare nell’albero genealogico di Davide e di Gesù. [Mt 1:5]
Le due spie parlarono con fede al popolo e gli Israeliti cresciuti nel deserto credettero a loro. «Certo, il Signore ha dato in nostra mano tutto il paese; e già tutti gli abitanti del paese hanno perso coraggio davanti a noi» (Gs 2:24)
Con questo, Dio poté perdonare la mancanza di fede delle spie di 40 anni prima.
Sotto la guida di Giosuè, il popolo di Israele attese 3 giorni prima di attraversare il fiume Giordano [Gs 3:2]. Il popolo seguì l’Arca dell’Alleanza, che divise il fiume Giordano come Mosè divise il Mar Rosso [Gs 3:16] “I sacerdoti che portavano l’arca del patto del Signore stettero fermi sull’asciutto, in mezzo al Giordano, mentre tutto Israele passava all’asciutto, finché tutta la nazione ebbe finito di oltrepassare il Giordano.” [Gs 3:17]
Questo significò che il bene e il male si sarebbero separati di fronte a Gesù e allo Spirito Santo e che i credenti sarebbero entrati in Canaan.
Dopo che il popolo di Israele ebbe attraversato il fiume Giordano, un rappresentante di ciascuna delle dodici tribù prese ciascuno una pietra dal letto del fiume a scopo commemorativo. [Questo indicò che i dodici discepoli di Gesù dovevano unirsi a lui.]
Il popolo si accampò e fece la circoncisione. Coloro che erano nati in Egitto erano stati tutti circoncisi, ma coloro che erano nati nel deserto non lo erano [Gs 5:5] Dovevano rinnovare la tradizione di separarsi da Satana prima di entrare la terra del latte e del miele, promessa da Dio.
Dopo la Pasqua, attaccarono le mura di Gerico. Sette sacerdoti soffiarono le trombe e marciarono davanti a Gerico, seguiti dall’Arca dell’Alleanza. Soldati armati marciarono di fronte ai sette sacerdoti, mentre la retroguardia seguiva l’Arca. Per 6 giorni, marciarono attorno alla città una volta al giorno, il settimo giorno i sette sacerdoti fecero il giro sette volte soffiando le trombe e quando Giosuè gridò «il SIGNORE vi ha dato la città» [Gs 6:16], il popolo gridò e le mura impenetrabili di Gerico crollarono.
Questo prefigurò che i muri di Satana tra il cielo e la terra sarebbero crollati all’arrivo di Gesù.
Con il tempo, Giosuè sconfisse 19 re nella battaglia di Bet-Oron [Gs 10:10] e 12 re nella battaglia di Merom [Gs 11:5]. Questo prefigurò che Gesù, quale re della creazione, avrebbe sconfitto il regno del male e costruito il cielo sulla terra.
Il terzo corso nazionale per restaurare Canaan completò 430 anni, di schiavitù in Egitto, di sopravvivenza nel deserto in condizioni di calura, di sete, fame, in un ambiente ostile e il periodo sotto la guida di Giosuè, che li portò alla terra promessa da Dio, Canaan.
Dopo essere entrati in Canaan, Giosuè divise le terre conquistate tra le dodici tribù e si stabilirono in Canaan. Ora, le aspettative nazionali si erano avverate, sotto Giosuè.
Tuttavia, il Messia non poteva giungere prima che fosse costruito un regno dal lato di Dio, in grado di combattere i regni dal lato di Satana.
Come vedremo, anche gli Israeliti nati nel deserto persero gradualmente fede e la provvidenza fu prolungata fino al tempo di Gesù.
Quali sono le lezioni dal corso di Mosè? La prima lezione è che Dio è il centro della storia e Dio ha uno scopo assoluto secondo il quale guida l’umanità. Secondo, il percorso di Mosè ci mostra che la realizzazione della volontà di Dio è decisa dal compimento della porzione di responsabilità umana. Terzo, Dio non interferisce nella porzione di responsabilità degli esseri umani, Dio si relaziona con i risultati. Quarto, più grande è la missione di una persona, maggiore è la prova che questa deve affrontare.
Quindi, se ci troviamo ad affrontare delle difficoltà, tentazioni o prove di fede, la lezione è:
di non arrabbiarsi
di non preoccuparsi
e di essere grati.
Mosè ci ha dato tantissimo, ma il suo temperamento lo tradì, nonostante il suo incredibile sacrificio e la sua meravigliosa relazione con Dio. Ma, a suo eterno credito, egli fece crescere il suo successore, Giosuè, affidando tutto nelle sue mani e accettando il giudizio di Dio. Come fece Mosè, accettiamo la visione che Dio ha per noi.
Nella prossima puntata vedremo questi stessi principi applicati nella vita, nella morte e nella resurrezione di Gesù, e la fondazione del Cristianesimo. Grazie per l’attenzione, non vedo l’ora di rivedervi alla prossima puntata.