La salvezza attraverso la croce – il Principio di Unificazione (dott. Tyler Hendricks)
LA SALVEZZA ATTRAVERSO LA CROCE. Oggi parlerò della salvezza attraverso il sacrificio di Gesù sulla croce. La parola Messia significa “unto”, ovvero il re. Gesù venne come Messia. Egli venne 2’000 anni fa per salvare completamente l’umanità caduta – egli disse “Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste.” (Mt 5:48) Lo scopo della provvidenza di restaurazione di Gesù, come egli proclamò, era di stabilire il Regno dei Cieli sulla terra. Egli disse “Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino».” (Mt 4:17)
La croce fu il cammino necessario per Gesù e per l’umanità? Oppure le cose sarebbero potute andare diversamente?
Ecco il tredicesimo video della serie sul Principio di Unificazione, realizzata dal dott. Tyler Hendricks. Il dott. Hendricks è stato presidente del Seminario Teologico dell’Unificazione (UTS) a New York City, dal 2000 al 2010.
Bentornati alla nostra serie sul Principio di Unificazione, sono il vostro presentatore, dott. Tyler Hendricks. Come abbiamo visto nell’ultima sessione, per coloro che vivono negli ultimi giorni, è tempo, più di ogni altra cosa, di realizzare la divinità interiore attraverso la preghiera e un cuore umile. Non dovremmo attaccarci a concetti convenzionali, ma prepararci a lavorare con la nuova prospettiva che deriva da Dio.
Quando Gesù venne, egli era il Figlio di Dio e il Messia che predicava e insegnava, ma nessuno lo riconobbe veramente. Negli ultimi giorni, quando il Messia ritorna, saremo in grado di riconoscerlo? In questa puntata vedremo cosa accadde esattamente al tempo di Gesù e questo ci aiuterà a riconoscerlo quando tornerà.
Oggi [oggi?], parlerò della salvezza attraverso il sacrificio di Gesù sulla croce. La parola Messia significa “unto”, ovvero il re. Gesù venne come Messia. Egli venne 2’000 anni fa per salvare completamente l’umanità caduta – egli disse “Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste.” (Mt 5:48)
Lo scopo della provvidenza di restaurazione di Gesù, come egli proclamò, era di stabilire il Regno dei Cieli sulla terra. Egli disse “Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino».” (Mt 4:17)
Come potremmo descrivere una persona perfetta, come perfetto è il nostro padre nei cieli? ovvero ciò che ci chiese Gesù di diventare. Questa sarebbe una persona che ha realizzato lo scopo di creazione. Questa sarebbe completamente in sintonia con Dio e sperimenterebbe il cuore di Dio nel profondo di sé.
Le persone perfette possiedono una natura divina e vivono la vita in maniera inseparabile da Dio. Esse non hanno peccato originale e perciò non hanno bisogno di redenzione o di un salvatore, o di pratiche religiose, che sono necessarie per le persone cadute, e danno vita a figli anch’essi liberi dal peccato originale.
Possiamo affermare con certezza che non c’è stata nemmeno una persona, nemmeno il più devoto cristiano, che ha realizzato ciò che Dio [o forse Gesù] ci ha chiesto di fare.
Nessuno vive in unità con Dio, abbiamo bisogno della preghiera e della fede, abbiamo il peccato originale e diamo vita a figli con peccato originale, che hanno bisogno della salvezza di un salvatore. Questo ci insegna che persino dopo la grazia della redenzione attraverso la croce ci aspetta qualcos’altro.
Questo non significa che il sacrificio di Gesù sulla croce sia stato vano. La grazia della redenzione attraverso la croce è incommensurabile. Tuttavia, credere nella croce non ci libera completamente dal peccato originale né ci restaura completamente. Le parole di Paolo ci spiegano come la croce abbia portato la salvezza spirituale.
Perciò, egli si rattristò della sua incapacità di impedire al peccato di infiltrarsi nel suo corpo, dicendo “Io dunque, con la mente, servo la legge di Dio, con la carne invece la legge del peccato.” (Rm 7:25)
Anche Giovanni confessò, in 1Gv 1:8-10 “Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi… Se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo, e la sua parola non è in noi”. Gesù disse “siate perfetti” e “il regno dei cieli è vicino”. E tuttavia non siamo ancora perfetti e il mondo continua a soffrire. Come vedremo, Dio e Gesù hanno fatto tutto per noi, simo stati noi a non realizzare la nostra responsabilità. E quindi ciò non avvenne. Oppure solo parzialmente. La Bibbia ci mostra quale era la nostra responsabilità e il nostro errore. Analizzeremo queste cose, così che questa volta possiamo realizzare la nostra responsabilità.
Innanzitutto, vedremo la posizione di Gesù nella sua comunità religiosa, il Giudaismo.
Gesù venne al popolo d’Israele. Dio preparò questo popolo per migliaia di anni e stavano aspettando con fervore il Messia. Essi furono assoggettati da molti imperi, l’impero assiro, l’impero babilonese, l’impero persiano, l’impero ellenistico e l’impero romano. I giudei hanno desiderato con ardore secolo dopo secolo la giustizia e la santità di fronte a Dio. Hanno atteso la venuta di un grande re, il nuovo Davide, che potesse regnare con giustizia di fronte alla Legge. L’unico scopo di questa tradizione profetica derivante da Dio era di creare una cultura che potesse avere la maturità spirituale, la saggezza, l’umiltà e la santità per seguire il Messia quando sarebbe venuto.
Perché? Perché egli avrebbe portato l’amore e la parola della nuova era. Purtroppo, i capi religiosi giudicarono Gesù secondo i dettami esteriori della vecchia era. La lezione che possiamo trarre è: non attacchiamoci ai criteri esteriori della vecchia era, nel nostro caso, del Nuovo Testamento.
Secondo, esaminiamo la provvidenza di salvezza di Dio. Gesù venne per realizzare le Tre Benedizioni di Dio e non solo per portare la completa salvezza, spirituale e fisica, all’umanità, ma anche per costruire il Regno dei Cieli sulla terra, letteralmente.
Perciò, Gesù avrebbe dovuto sposarsi e diventare, insieme a sua moglie, i veri genitori, per portare salvezza a tutti, spirituale e fisica, e costruire la realtà del Regno dei Cieli sulla terra. Gesù non doveva morire prima di aver realizzato le tre benedizioni.
La lezione è che il Messia vive una vita completa, come disse Ireneo, ciò che non è stato assunto non è stato salvato. Quindi, il matrimonio e la famiglia, che Gesù non assunse, non furono salvati, Gesù avrebbe realizzato un matrimonio e una famiglia, ma con al centro Dio, senza alcuna traccia di peccato o di Satana e ci avrebbe mostrato come fare la stessa cosa.
Terzo, possiamo capire più chiaramente, analizzando la reazione dei discepoli di Gesù alla sua morte sulla croce, che questa non doveva accadere. I discepoli erano addolorati e indignati. Erano incolleriti a causa dell’ignoranza e della mancanza di fede dei capi religiosi e dei capi romani, e condannarono le loro azioni, chiamandoli uccisori e traditori. (At 7:51-53) E tuttavia, i discepoli stessi tradirono Gesù e lo rinnegarono e fuggirono quando le autorità lo catturarono.
La lezione è: non sarà facile seguire il Messia, il mondo intero ci spingerà a rinnegarlo e a tradirlo, anche se egli è pieno d’amore e di verità e non fa niente di male.
Quarto, osserviamo Gesù stesso. Le parole e le azioni di Gesù erano volte a suscitare nelle persone la fede che egli era il Messia. Quando le persone gli chiesero cosa dovessero fare per compiere la volontà di Dio, Gesù rispose, “Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che Egli ha mandato” (Gv 6:29)
Gesù inoltre soffrì per la mancanza di fede dei capi religiosi e non avendo nessuno con cui condividere il suo cuore, egli guardò la città di Gerusalemme e pianse, si rattristò del destino del popolo giudeo, che Dio aveva guidato laboriosamente e amorevolmente per 2’000 anni. Gesù profetizzò che la città sarebbe stata distrutta al punto che non sarebbe rimasta pietra su pietra. Egli rimproverò chiaramente l’ignoranza delle persone della città, dicendo “non hai conosciuto il tempo nel quale sei stata visitata”. Leggiamo questo in Lc 19:41-44.
Gesù inoltre si rattristò per la testardaggine e la mancanza di fede degli abitanti di Gerusalemme, dicendo: “Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto!” (Mt 23:37)
Gesù rimproverò l’ignoranza delle persone che si rifiutavano di credere in lui, anche se conoscevano le scritture, le quali testimoniavano di lui: “Voi investigate le Scritture, perché pensate d’aver per mezzo di esse vita eterna, ed esse sono quelle che rendono testimonianza di me, eppure non volete venire a me per aver la vita!” (Gv 5:39)
Quanti miracoli e segni Gesù compì nel tentativo disperato di smuovere le persone dalla loro incredulità! Ma, anche se le persone testimoniavano dell’incredibile lavoro di Gesù, i leader religiosi lo derisero, definendolo posseduto dal demonio (Mt 12:24).
In mezzo ad una situazione tanto disperata, Gesù disse: “anche se non credete a me, credete alle opere, affinché sappiate e riconosciate che il Padre è in me e che io sono nel Padre” (Gv 10:38)
I cristiani riconoscono la grandezza del sacrificio di Gesù sulla croce e la redenzione che riceviamo attraverso la fede. Questo è un bene.
Ma facciamo un passo di troppo se diciamo che la crocifissione fu la cosa migliore che potesse accadere, che non c’era altro modo per perdonare i peccati. Ma Gesù stesso perdonò molte persone dei loro peccati mentre era sulla terra. Non solo fede questo, ma disse che il Figlio dell’uomo ha l’autorità sulla terra di perdonare i peccati. (Mt 9:6) Gesù andò sulla croce a causa del fallimento della responsabilità umana, non perché ciò fu necessario per perdonare i peccati.
Se la morte di Gesù sulla croce fosse stata la strada maestra, allora perché Gesù prego tre volte “Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi».” (Mt 26:39) Forse perché aveva paura? O perché sapeva… era consapevole di quanto avrebbero sofferto Dio e l’umanità come risultato del fatto che il Messia era stato rifiutato. Pensiamo quest’ultima ipotesi.
Se è vero che la morte di Gesù sulla croce non fu predestinata come necessaria per la completa realizzazione del suo scopo come Messia, allora perché è profetizzato in Isaia 53 che egli avrebbe sofferto, quale servo sofferente?
La Bibbia, presenta sempre due possibili esiti, che chiamiamo profezie-duali, una che si basa sul completamento della nostra responsabilità, l’altra sul fallimento della stessa. Alcuni passaggi esprimono la crocifissione come un evento inevitabile, come in Isaia 53, Matteo 16:23, Giovanni 19:30 e altri. Ma ve ne sono altri che affermano che Gesù sarebbe diventato il re dei giudei durante la sua vita e che avrebbe realizzato il suo regno eterno sulla terra (Isaia 9:5-6, 11, 60; Lc 1:31-33), che raccontano che egli è il figlio di Dio, il principe della pace, che regnerà eternamente sul trono di Davide con giustizia. Queste sono le profezie della gloria.
Quindi, Dio diede delle profezie contrastanti poiché la storia sarebbe dipesa dalla realizzazione della responsabilità da parte degli esseri umani. Questo fu molto chiaro con Mosè, a cui Dio disse: “Questo è il mio comandamento: se mi ubbidite sarete benedetti, se non mi ubbidite sarete maledetti. Dipende da voi” (Deut 11:26-28)
Se avessimo creduto Gesù e lo avessimo seguito quale Messia sulla terra, tutta l’umanità sarebbe stata salvata sia spiritualmente sia fisicamente e sarebbe stata costruita la nazione di Dio, al tempo di Gesù.
Ma, se non avessimo creduto in Gesù, tutto questo sarebbe stato perduto. Quindi, Gesù dovette salvare la situazione. Egli andò sulla croce per realizzare la salvezza spirituale, che spiegheremo più avanti. Ma la salvezza spirituale, essendo Gesù il figlio di Dio, di valore assoluto, ha un valore assoluto.
Gesù disse “come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell’uomo sia innalzato” (Gv 3:14). Quando i figli di Israele disobbedirono a Dio, Dio disse a Mosè di innalzare un serpente di bronzo su un palo e che coloro che lo avrebbero guardato, sarebbero stati salvati. Gesù usò questa come parabola di ciò che sarebbe successo se il popolo lo avesse rifiutato.
Quindi, quando Pietro cerco di dissuadere Gesù dal cammino della crocifissione, Gesù disse “Vattene via da me, Satana!” (Mt 16:23). Questo perché la dissuasione di Pietro a quel punto avrebbe potuto ostacolare Gesù nell’aprire la strada alla salvezza spirituale attraverso la croce.
Le ultime parole di Gesù furono “E’ compiuto”, intendendo con questo dire che egli aveva compiuto la fondazione per la salvezza spirituale.
Come possiamo vedere, è chiaro che Gesù venne per renderci perfetti e per portare il regno di Dio sulla terra. Quindi, possiamo comprendere il cuore spezzato di Dio, quando vide Suo figlio morire sulla croce, e il dolore di Gesù, che era venuto a portare salvezza all’umanità.
Certamente non desideriamo che questa tragedia si ripeta quando Gesù ritorna. Possiamo trarre beneficio da ciò che ci rivela la Bibbia sull’importanza cruciale dell’accettazione o del rifiuto di Gesù.
Non vedo l’ora di condividere con voi tutto questo nella prossima presentazione. Grazie per l’attenzione, che Dio vi benedica.