La Provvidenza del Tabernacolo – il Principio di Unificazione (dott. Tyler Hendricks)
LA PROVVIDENZA DEL TABERNACOLO. Stiamo analizzando il corso di restaurazione nazionale, guidato da Mosè. Esso è una testimonianza del Dio vivente, che opera attraverso la fede, l’unità e l’amore delle persone, con al centro la figura centrale che Dio sceglie per l’epoca in cui siamo.
Chi è il Mosè dei nostri giorni? E che tipo di nazione vuole costruire Dio?
Continuiamo il nostro studio, e vediamo come un breve tragitto lungo la costa mediterranea divenne un vagabondaggio di 40 anni nel deserto del Sinai.
Ecco il trentesimo video della serie sul Principio di Unificazione, realizzata dal dott. Tyler Hendricks. Il dott. Hendricks è stato presidente del Seminario Teologico dell’Unificazione (UTS) a New York City, dal 2000 al 2010.
Bentornati alla Strada della Felicità, un’introduzione al Principio di Unificazione. Sono il presentatore, il dott. Tyler Hendricks. Stiamo analizzando il corso di restaurazione nazionale, guidato da Mosè. Esso è una testimonianza del Dio vivente, che opera attraverso la fede, l’unità e l’amore delle persone, con al centro la figura centrale che Dio sceglie per l’epoca in cui siamo.
Chi è il Mosè dei nostri giorni? E che tipo di nazione vuole costruire Dio?
Continuiamo il nostro studio, e vediamo come un breve tragitto lungo la costa mediterranea divenne un vagabondaggio di 40 anni nel deserto del Sinai.
Dopo aver sconfitto gli Amaleciti, Mosè e gli Israeliti arrivarono nel deserto del Sinai [Es 19:1].
Mosè portò 70 anziani sul Monte Sinai e poi proseguì da solo per incontrare Dio. Mosè fece un digiuno di 40 giorni e Dio gli diede i Dieci Comandamenti incisi su due tavole di pietra. Tuttavia, gli Israeliti ai piedi della montagna non furono pazienti né fedeli. Si dimenticarono di Mosè e fecero un vitello d’oro che adorarono. Mosè, al suo ritorno, vide questo e scagliò a terra le tavole di pietra con furia [Es 32:19].
Così, Dio fece digiunare Mosè per altri 40 giorni e gli diede i Dieci Comandamenti una seconda volta. Gli Israeliti stavolta seguirono Mosè e costruirono l’Arca dell’Alleanza e il Tabernacolo, in accordo alle istruzioni di Dio. In questa puntata, parleremo della provvidenza dell’Arca dell’Alleanza e del Tabernacolo. Ricordo che siamo nel secondo corso per restaurare la nazione attraverso la fondazione di sostanza.
Ora, cosa rappresentano le due tavole di pietra? Contenevano la parola di Dio. Dio fece due tavole – sicuramente avrebbe potuto scrivere i comandamenti su un’unica tavola – ma voleva rappresentare l’uomo e la donna, Adamo ed Eva, così come Gesù e la sua sposa, che sarebbero venuti come uomo e donna, la sostanza vivente della Parola.
Qual era il significato del Tabernacolo? Era la casa di Dio, era l’immagine di Cristo. Il Tabernacolo era diviso in due parti: il Luogo Santissimo e il Luogo Santo. Il Santissimo rappresentava lo spirito di Gesù e il Santo rappresentava il corpo di Gesù. Essi rappresentavano anche il mondo spirituale e il mondo fisico.
In Matteo 27:51, vediamo che quando Gesù fu crocifisso, la cortina tra il Santo e il Santissimo del tempio fu strappata, da cima a fondo. Questo indicò che fu aperto il cancello tra lo spirito e il corpo, tra il cielo e la terra.
L’Arca dell’Alleanza era racchiusa nel Luogo Santissimo. Rappresentava il cosmo ed era un tabernacolo in miniatura. Il propiziatorio, con due cherubini alle estremità, fu posto sopra l’Arca. Dentro l’Arca si trovavano le due tavole di pietra su cui erano scritti i Dieci Comandamenti, l’alleanza; c’era inoltre un vaso contenente della manna, e il bastone di Aronne, che era germogliato.
A quale scopo Dio diede il Tabernacolo e l’Arca dell’Alleanza? Fu per stabilire un oggetto di fede immutabile. La costruzione del Tabernacolo significava per gli Israeliti che il Messia era giunto in senso simbolico.
Se gli Israeliti fossero entrati in Canaan durante il primo corso nazionale, la famiglia di Mosè, la stessa famiglia di Mosè avrebbe svolto la funzione di tabernacolo. Mosè stesso avrebbe svolto il ruolo delle tavole della legge e dell’Arca dell’Alleanza, dando la parola di Dio e la sua famiglia sarebbe stata portatrice della legge celeste per la nazione.
Le tavole di pietra rappresentavano Gesù e la sua sposa. La nazione avrebbe costruito il Tempio, che avrebbe rappresentato Gesù in immagine, fino a che Gesù, il tempio vivente, sarebbe giunto sulla terra.
Ora, dato che il Tabernacolo rappresentava il Messia, doveva essere posta una fondazione per riceverlo. Gli Israeliti impiegarono tre tentativi per porre la fondazione per il Tabernacolo. La prima fondazione per il Tabernacolo andò perduta quando gli Israeliti adorarono il vitello d’oro. Non furono pazienti quando non videro più Mosè mentre questi digiunava per 40 giorni, così fecero un vitello d’oro. Mosè s’infuriò e bruciò col fuoco il vitello e lo ridusse in polvere. Sparse la polvere sull’acqua e la fece bere agli Israeliti [Es 32:15-20]
Nella seconda fondazione per il Tabernacolo, Mosè ottenne nuovamente i Dieci Comandamenti dopo un altro digiuno di 40 giorni. Questo finì il primo giorno del primo mese del secondo anno dopo che avevano lasciato l’Egitto. Di fatto, fino al loro ingresso in Canaan, alla costruzione del Tempio e finché avessero ricevuto il Messia, gli Israeliti avrebbero dovuto mantenere quella stessa fede.
Lungo il cammino, avrebbero dovuto onorare il Tabernacolo più di quanto tenessero alle proprie vite. Durante il terzo mese dopo l’Esodo, arrivarono al deserto del Sinai e rimasero lì un anno, in cui onorarono Dio, ricevettero i comandamenti, costruirono il Tabernacolo e impararono i riti e le norme da Dio. Il ventesimo giorno del secondo mese del secondo anno, fecero un censimento e poi partirono per lasciare il deserto del Sinai, disposti in formazione attorno al Tabernacolo, guidati dalla colonna di nuvola [Nu 10:11-12]. Che marcia meravigliosa nel deserto!
Tuttavia, non tardò che chiedessero cibo migliore e che iniziassero a lamentarsi che non avevano null’altro da mangiare che manna. Dissero a Mosè «Ci ricordiamo dei pesci che mangiavamo in Egitto a volontà, dei cocomeri, dei meloni, dei porri, delle cipolle e dell’aglio. E ora siamo inariditi; […] i nostri occhi non vedono altro che questa manna» [Nu 11:5] Preferivano davvero la vita di schiavitù in Egitto? Così si lamentavano della vita nel deserto seguendo il Signore. In questo modo, gli Israeliti fallirono nella seconda fondazione per il Tabernacolo.
La terza fondazione per il Tabernacolo fu legata alla missione di spionaggio nella terra di Canaan. A Cadesh-Barnea, al confine con Canaan, Dio fece scegliere a Mosè un rappresentante da ciascuna delle dodici tribù di Israele e le inviò a spiare la terra di Canaan. Al ritorno dalla missione di 40 giorni di spionaggio, dieci delle dodici spie presentarono dei resoconti privi di fede. Dissero «tutta la gente che vi abbiamo vista, è gente di alta statura. […] Di fronte a loro ci pareva di essere cavallette» [Nu 13:32-33] Lamentandosi e accusando Mosè, proposero di nominare un altro capo che li riportasse in Egitto.
Due voci dissentirono. Giosuè e Caled risposero «Il paese è un paese dove scorre il latte e il miele. […] Il SIGNORE è con noi; non li temete. [TH: Dio ci darà quella terra]» [Nu 14:8-9]
Gli Israeliti di poca fede proposero di lapidare Giosuè e Caleb. In quel momento, la gloria del Signore apparve e rimproverò il popolo. Da Numeri 14:29 è scritto che Dio parlò ed era molto adirato “I vostri cadaveri cadranno in questo deserto; e voi tutti, […] di cui si è fatto il censimento, dall’età di vent’anni in su, e che avete mormorato contro di me, non entrerete di certo nel paese nel quale giurai di farvi abitare; salvo Caleb, figlio di Gefunne, e Giosuè, figlio di Nun. […] Ma quanto a voi, i vostri cadaveri cadranno in questo deserto. I vostri figli andranno pascendo le greggi nel deserto per quarant’anni e porteranno la pena delle vostre infedeltà, finché i vostri cadaveri non siano consumati nel deserto. Come avete messo quaranta giorni a esplorare il paese, porterete la pena delle vostre iniquità per quarant’anni, un anno per ogni giorno, e saprete che cosa sia cadere in disgrazia presso di me”. [Nu 14:29-34]
A causa della mancanza di fede degli Israeliti, la prima, la seconda e la terza provvidenza di restaurazione con al centro il Tabernacolo fallirono. Di conseguenza, essi vagabondarono nel deserto per 40 anni, invece di terminare il tragitto di 21 mesi in Canaan. Inoltre, questo portò al fallimento del secondo corso nazionale per restaurare Canaan.
La provvidenza di Dio fu prolungata ad un terzo corso nazionale. Sembra una storia infinita. È molto lontano dall’ideale del matrimonio e della famiglia, del vivere per gli altri, secondo il principio di creazione di Dio, non è vero? Ma così è anche la mia vita e forse anche la vostra vita non è così vicina all’ideale del matrimonio e della famiglia, di tre generazioni unite come una famiglia sotto Dio.
Attraverso il corso di Mosè, vediamo che Dio non si arrende mai, ma trova sempre la strada per porre una fondazione per ricevere il Messia vivente, non importa quanto noi ci allontaniamo. Quindi, continueremo il nostro studio, consapevoli che i corsi di Mosè e di Gesù in tanti aspetti non sono molto diversi dal nostro corso, e che nel perseverare nel nostro corso del deserto, Dio è con noi come era con Israele. Grazie per l’attenzione, alla prossima puntata.