Il secondo corso nazionale (Mosè) – il Principio di Unificazione (dott. Tyler Hendricks)
IL SECONDO CORSO NAZIONALE. Dopo il corso di 40 anni nel palazzo del Faraone, Mosè non riuscì a portare gli Israeliti dalla sua parte. Trovandosi in pericolo, Mosè fuggì nel deserto, in Midian, rinviando così la fondazione per ricevere il Messia. Perciò, egli dovette investire altri 40 anni per restaurare una nuova fondazione di fede, e questi furono i 40 anni nel deserto, in Midian. Questo fu l’inizio del secondo corso nazionale per restaurare Canaan, che, grazie al miracolo di Dio delle dieci piaghe d’Egitto, portò alla liberazione di Israele dalla schiavitù.
Ecco il ventinovesimo video della serie sul Principio di Unificazione, realizzata dal dott. Tyler Hendricks. Il dott. Hendricks è stato presidente del Seminario Teologico dell’Unificazione (UTS) a New York City, dal 2000 al 2010.
Bentornati alla Strada della Felicità, un’introduzione al Principio di Unificazione. Sono il presentatore, il dott. Tyler Hendricks. Nella nostra ultima puntata abbiamo visto che i principi di restaurazione prendono forme diverse nei corsi nazionali rispetto ai corsi individuali o familiari. E oggi ci troviamo nel corso mondiale, quindi il cammino di Dio è molto impegnativo. Ma vedremo che Mosè e Gesù posero una fondazione affinché Dio potesse operare attraverso il secondo avvento nella nostra epoca, e quindi abbiamo una incredibile speranza.
Come passo per capire cosa possiamo fare noi oggi, continuiamo lo studio del corso di Mosè a livello nazionale.
Come ho detto nella precedente puntata, dopo il corso di 40 anni nel palazzo del Faraone, Mosè non riuscì a portare gli Israeliti dalla sua parte. Trovandosi in pericolo, Mosè fuggì nel deserto, in Midian, rinviando così la fondazione per ricevere il Messia. Perciò, egli dovette investire altri 40 anni per restaurare una nuova fondazione di fede, e questi furono i 40 anni nel deserto, in Midian. Questo fu l’inizio del secondo corso nazionale per restaurare Canaan.
Vivendo come pastore nel deserto, Mosè sposò Zippora, una delle figlie di Ietro, e nacque loro un figlio, Ghersom.
Dopo 40 anni, Dio chiamò Mosè sul Monte Horeb. In Esodo 3, vediamo il momento del primo incontro di Mosè con Dio. Dio apparve a Mosè in un roveto ardente e lo chiamò a guidare gli Israeliti fuori dall’Egitto.
In Esodo 3:7, Dio disse «Ho visto l’afflizione del mio popolo che è in Egitto e ho udito il grido che gli strappano i suoi oppressori; infatti conosco i suoi affanni […] Sono sceso per liberarlo dalla mano degli Egiziani e per farlo salire da quel paese in un paese buono e spazioso, in un paese nel quale scorre il latte e il miele. […] Or dunque va’; io ti mando dal faraone perché tu faccia uscire dall’Egitto il mio popolo, i figli d’Israele»
Inizialmente, Mosè ebbe paura della chiamata. Egli trovò delle scuse, dicendo che non sapeva spiegare al popolo chi lo mandasse, come mostrare autorità e potere, e che non era un buon oratore. Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono. Dirai così ai figli d’Israele: “Il SIGNORE, il Dio dei vostri padri, il Dio d’Abraamo, il Dio d’Isacco e il Dio di Giacobbe mi ha mandato da voi”»
E Dio mostrò a Mosè tre segni che poteva usare [Es 3:4]
Primo segno: Dio ordinò a Mosè di gettare a terra il suo bastone – ricordate il bastone – e divenne un serpente. Poi gli disse di prenderlo per la coda e questo tornò bastone nella sua mano.
Secondo segno: Dio ordinò a Mosè di mettere la mano in petto e questa divenne lebbrosa. Poi Dio gli disse di rimetterla in petto una seconda volta e una volta tirata fuori era sana. Terzo segno: Dio disse a Mosè che avrebbe versato dell’acqua del Nilo sull’asciutto e questa sarebbe diventata sangue.
Tutti questi segni rappresentano il Messia e la sua sposa che nel loro abbraccio ci innestano all’amore di Dio. E quando Mosè disse di non essere eloquente, Dio lo rimproverò, dicendo «Non c’è Aaronne tuo fratello, il Levita?»
Nel mentre, Aronne stava camminando da giorni per incontrare Mosè e Dio disse a Mosè che Aronne avrebbe parlato in sua vece.
Oltre a ciò, Dio benedisse Mosè con un potere persino maggiore. Disse “Tu sarai per Aronne come Dio. Ora prendi in mano questo bastone con il quale farai i prodigi”. [Es 4:16-17] Così, Dio incoraggiò Mosè, il quale tornò in Egitto con sua moglie Zippora e Ghersom per liberare gli Israeliti come voleva Dio. Avvenne un incidente provvidenziale durante il loro viaggio.
Il Signore all’improvviso tentò di uccidere Mosè. Ma Zippora prese una selce tagliente, recise il prepuzio di suo figlio e con quello toccò i piedi di Mosè e disse «Tu sei per me uno sposo di sangue!». Allora il Signore lasciò Mosè. [Es 4:24-26]
Questa fu una cerimonia per un nuovo inizio, l’eliminazione del sangue di Satana per mezzo della circoncisione. Inoltre, Dio identificava gli Israeliti quale popolo scelto per mezzo della circoncisione e, quando il Faraone si oppose a Mosè, Dio uccise tutti i primogeniti d’Egitto, che non erano stati circoncisi. Mosè e la sua famiglia rovesciarono il tradimento di Dio da parte di Adamo ed Eva, mantenendo fede persino quando il Signore stava cercando di uccidere Mosè.
Perciò, vivendo secondo la volontà di Dio in Midian per 40 anni, Mosè ricostrì la dispensazione di 40 per la separazione da Satana e pose la fondazione di fede.
Attraverso la vittoria nel deserto, Mosè conquistò la posizione di Abele per la fondazione di sostanza a livello nazionale per rimuovere la natura caduta per l’intera nazione. Così, Dio diede a Mosè i tre segni per convincere il Faraone a lasciare andare Israele, e se questi non fossero bastati, dieci piaghe.
Dopo che Mosè fu tornato in Egitto e con Aronne fu finalmente creduto dal popolo di Israele, con questa fondazione egli andò dal Faraone.
Quando Mosè chiese al Faraone il permesso di andare nel deserto, per tre giorni, per celebrare il Signore, il Faraone disse «Chi è il Signore che io debba ubbidire alla sua voce e lasciare andare Israele? Io non conosco il Signore e non lascerò affatto andare Israele». [Es 5:2] E aggravò ancor di più il lavoro degli Israeliti.
Perciò, gli Israeliti dissero che fu a causa di Mosè che i lavori si erano appesantiti e si lamentarono. Mosè si sentì frustrato e scoraggiato.
Ma Dio gli apparve. Lo consolò e gli diede delle nuove istruzioni. Allora Mosè aveva 80 anni e Aronne ne aveva 83. Era il 1446 a.C.
Mosè e Aronne affrontarono il Faraone e i suoi sacerdoti. Scaturì una guerra tra divinità, la guerra delle dieci piaghe tra gli dèi egizi e il Signore Dio, per il popolo di Israele. Queste dieci piaghe erano piuttosto serie e furono:
– Prima, l’acqua del Nilo e le riserve d’acqua tramutate in sangue.
– Seconda, l’invasione delle rane
– Terza, le zanzare, che tormentarono uomini e animali
– Quarta, sciami di mosche che devastarono la terra d’Egitto
– Quinta, la mortalità del bestiame degli egiziani
– Sesta, ulcere sugli egiziani e sul loro bestiame.
– Settima, una violenta grandine che distrusse raccolti e che uccise persino persone e bestiame
– Ottava, sciami di cavallette che divorarono ciò che era rimasto nei campi
– Nona, le tenebre oscurarono l’Egitto per tre giorni
– Decima, tutti i figli primogeniti degli egiziani e i primi nati del bestiame morirono.
I maghi del Faraone poterono eguagliare la prima e la seconda piaga, ma dalla terza in poi non poterono fare nulla. E dalla sesta piaga, non poterono presentarsi di fronte a Mosè a causa delle ulcere. Il Faraone iniziò finalmente a cedere dopo la settima piaga. [Es 9:27] Ma ogni volta, egli indurì il suo cuore e non lasciò partire gli Israeliti. Infine giunse la piaga più straordinaria e tragica.
Dio fece preparare gli Israeliti alla partenza e ordinò che ogni famiglia scegliesse un agnello o un capretto maschio di un anno, del quale si sarebbero presi cura fino al 14° giorno del mese. Poi al tramonto lo avrebbero sacrificato, con il sangue avrebbero segnato i due stipiti e l’architrave della porta di casa. La notte stessa avrebbero arrostito la carne al fuoco e l’avrebbero mangiata, assieme ad erbe amare e pane azzimo. [Es 12:5-8] Quella notte giunse la piaga finale.
“Il SIGNORE colpì tutti i primogeniti nel paese d’Egitto, dal primogenito del faraone che sedeva sul suo trono al primogenito del carcerato che era in prigione, e tutti i primogeniti del bestiame.” Ma l’angelo della morte passò oltre le case segnate col sangue sulla porta. Questa fu l’origine della festività ebraica della Pasqua. Allora gli Israeliti credettero finalmente in Mosè. Grazie alla fede degli Israeliti in Mosè quale loro leader scelto da Dio, fu posta la fondazione di fede nazionale. Così, poterono intraprendere l’esodo fuori dall’Egitto.
Il piano di Dio era di compiere un percorso di 21 giorni nel deserto, durante il quale gli Israeliti avrebbero dovuto dimostrare fede in Mosè. Dopo 3 giorni di viaggio, 3 giorni fuori dall’Egitto, arrivarono a Succot, dove si accamparono.
Da lì in poi, Dio li guidò per mezzo di una colonna di nuvola di giorno (saltare “which covered the burning sunlight”) e una colonna di fuoco di notte, che rischiarava la via nell’oscurità. Queste due colonne rappresentavano la venuta di Gesù e dello Spirito Santo.
Sulla riva del Mar Rosso, Mosè stese la sua mano e divise le acque in modo che gli Israeliti potessero attraversare il mare sull’asciutto. I soldati egiziani che li inseguirono annegarono. Questo significa che Gesù è la linea di divisione tra vita e morte. Gli Israeliti, che erano circa 600’000, senza contare donne e bambini, partirono da Ramses il quindicesimo giorno del mese, attraversarono il Mar Rosso e arrivarono nel deserto del Sin in un mese, passando per Marah ed Elim. [Es 15:23-27]
Da lì, Dio li sfamò con manna e quaglie. La manna assomigliava a dei semi di coriandolo [Es 16:31] e aveva un colore giallo. Aveva il gusto del miele e potevano cucinarla in vari modi.
La manna e le quaglie prefiguravano Gesù, che ci avrebbe salvato con la sua carne ed il suo sangue.
Poi gli Israeliti si accamparono a Refidim [Es 17:1], dove Mosè colpì la roccia e ne scaturì acqua per il popolo. Il miracolo dell’acqua dalla roccia simboleggia il Messia che ci salva con l’acqua di vita.
Gli Israeliti combatterono contro gli Amaleciti a Refidim. Quando Mosè teneva in alto il suo bastone con le mani, gli Israeliti vincevano, quando abbassava le mani, Amalec prevaleva. Per garantire la vittoria, Aronne e Cur stavano al fianco di Mosè e tenevano le sue braccia alzate. Aronne e Cur simboleggiavano Gesù e lo Spirito Santo.
Vediamo che Dio era sempre con gli Israeliti, era la loro salvezza. Li fece attraversare il Mar Rosso, li guidò con le colonne di nube e di fuoco, donò loro manna e quaglie, l’acqua dalla roccia, e li aiutò a sconfiggere gli Amaleciti. Dio partecipa alla storia umana e compie il lavoro di redenzione.
Il corso nazionale verso la Terra Promessa, guidato da Mosè, presentò molti incidenti, che ci insegnano lezioni essenziali nel nostro difficile percorso. È una testimonianza del Dio vivente, che opera attraverso la nostra fede, la nostra unità e il nostro amore, con al centro la persona che Dio sceglie nell’epoca in cui siamo.
Chi è il Mosè dei nostri giorni? Dovrà affrontare il corso del deserto? Vorreste essere tra coloro che lo seguono fuori dall’Egitto, per restaurare una nuova nazione? Continueremo a studiare il corso di Mosè e la restaurazione della nazione, nella prossima puntata. Grazie per l’attenzione. Che Dio vi benedica.