I politici francesi prendono azione per criminalizzare le informazioni anti-aborto
Tratto da FOREF: https://goo.gl/gy0p26
Le misure pongono la Francia “all’avanguardia delle discriminazioni religiose” – Un attacco diretto alla libertà d’espressione.
Parigi/Vienna, 20.12.16. (FOREF – Europe) Un progetto di legge adottato dal Senato francese per criminalizzare la pubblicazione di informazioni anti-aborto, giudicate come “pressioni morali e psicologiche”, violerebbe vergognosamente la libertà di religione e la libertà d’espressione protette dalla Convenzione Europea Dei Diritti Umani e dai diversi obblighi delle Nazione Unite relativi ai diritti dell’uomo in Francia, accordandosi al Forum per la Libertà di Religione – Europe (FOREF).
“La Francia si comporterebbe come una laica teocrazia totalitaria, nell’adozione di questa legge, e nella globale avanguardia delle discriminazioni religiose” secondo quanto detto dal Dr. Aaron Rhodes, presidente del FOREF.
“La questione qui non è se l’aborto è giusto o sbagliato, ma se lo stato ha il diritto di restringere la diffusione di informazioni su tale argomento e, perciò, di controllare la morale delle opinioni dei cittadini.” ha aggiunto “Secondo il punto di vista dei Diritti Umani, la risposta è no.”
Il progetto di legge modifica l’articolo già esistente L2223-2 del Codice di Sanità Pubblica che reprime il divieto o il tentativo di divieto di offrire e acquisire informazioni sull’aborto, esercitando “pressioni morali e psicologiche”, ovvero eseguendo manifestazioni pubbliche fuori dagli ospedali.
La nuova legge, invece, estenderebbe questa norma all’espressione di opinioni anti-aborto “di qualsiasi tipo”, includendo siti web considerati al fine di dissuadere le donne dall’aborto. Con la nuova legislazione, la pubblicazione online di “disinformazioni” sull’aborto da parte di gruppi anti-aborto o di comunità religiose, tra cui la Chiesa cattolica, sarebbe considerata come un’infrazione, punibile con 2 anni di galera e con il pagamento di una multa pari a 300.000 euro. Tutto ciò rappresenta una violazione inammissibile del diritto alla libertà d’espressione e alla libertà di religione o di credo.
Per la verità, la semplice comunicazione di credenze e di informazioni anti-aborto sono discorsi protetti dalla Convenzione Europea dei Diritti Umani e dalla Convenzione internazionale sui diritti civili e politici. I cittadini francesi hanno un garantito diritto internazionale di esprimere le proprie opinioni, specialmente quelle di dissenso, e un protetto diritto di esprimere il loro credo religioso anche quando non è conforme a quello del governo.
Considerare l’espressione di credenze come “pressioni morali” è perciò, non solo una negazione del diritto alla libertà di religione, ma anche una violazione inammissibile del diritto alla libertà d’espressione.
La Francia ha profonde radici cattoliche. Secondo il catechismo della Chiesa cattolica, “la vita umana deve essere rispettata e protetta in modo assoluto dal momento della nascita”. Il punto di vista tradizionale del Cattolicesimo sostiene quindi che l’embrione “deve essere difeso nella sua integrità” in quanto è reputato già avente della dignità di un essere umano (articoli 2270 – 2274).
Altre confessioni in Francia sono contrarie all’aborto anche per motivi teologici. Il Sign. Camel Bechik, il presidente del Fils de France, ha detto che “il progetto di legge probabilmente aumenterà l’allontanamento delle comunità religiose dal dibattito pubblico, in quanto non autorizzate a esprimere le loro obiezioni morali a questioni controverse”.
Fils de France è un’associazione che promuove il patriottismo francese tra i musulmani.
Il disegno di legge, sostenuto dal presidente in uscita François Hollande, è stato adottato dal Senato il 7 Dicembre e verrà ora votato da un Comitato Misto, costituito da sette membri del Senato e sette dell’Assemblea Nazionale.
La legge proposta non costituisce solo una severa violazione della libertà di religione, ma è anche un chiaro attacco alla libertà d’espressione da parte dello Stato contro i cittadini francesi. FOREF sta lanciando un appello alla comunità internazionale dei diritti umani per aiutare a prevenire i politici francesi dal commettere una seria violazione dei diritti di base e delle libertà, diritti che la Francia stessa ha storicamente sostenuto a livello locale e internazionale.