La mia esperienza in Senegal – Africa
Qualche settimana fa prima di tornare alla mia città, in Italia, ho avuto una delle esperienze più belle della mia vita. Sono stato in Africa, precisamente in Dakar (Senegal). Ho aderito a questo progetto con due organizzazioni: FSP (Femmes au Secours de la Paix) – STF (Special Task Force).
Tra i partecipanti, insieme a me, c’erano altri due ragazzi italiani: Carlo Piperis (da Roma) e Sara Stefani (da Bologna). Il progetto in Senegal consisteva nel sostenere due scuole in una zona della capitale. Agli inizi, quando ho sentito parlare di questo progetto, ero abbastanza emozionato. Due anni fa non avrei mai immaginato di andare in Africa. Quando siamo arrivati all’aeroporto di Dakar non potevamo credere di esser lì, era una sensazione fantastica. Durante il viaggio, dall’aeroporto alla città, abbiamo assistito ad una delle scene più sconvolgenti mai viste. Vi erano migliaia di venditori ambulanti di qualsiasi età, tra i 8-50 anni. Tutti disperatamente cercavano di vendere qualcosa per la strada, tipo mango, acqua, noci, ecc… Ho visto quanto terribile fosse la situazione di quella popolazione, migliaia di persone che cercavano di vendere vari prodotti nel buio della notte, in una nebbia di aria scura e inquinata. Vi era un forte odore di plastica bruciata e altri odori derivanti dalla combustione. Quella visione ha avuto un impatto molto forte per me. In quel momento mi sono reso conto di quanto fosse importante prendere sul serio questo progetto, con la giusta mentalità e, soprattutto, con l’impegno di “dare un aiuto concreto”. Il programma era composto da diverse attività: riparare, pitturare, visitare le principali aree turistiche della provincia di Dakar, insegnare, organizzare attività per la Chiesa in collaborazione con la seconda generazione e la comunità locale.
Il primo giorno abbiamo iniziato visitando le scuole. I bambini sono così belli e carini. C’erano all’incirca 150 bambini. Non appena ci hanno visto sul loro viso si stampava un enorme sorriso; erano così felici. Poco dopo hanno iniziato a giocare e parlare con noi. Tutti i bambini che incontravamo ci salutavano sempre con un “bonjour”.
Riparare la scuola è stata una esperienza molto bella e davvero gratificante siccome sapevamo che tutto quel lavoro era per i bambini. Abbiamo comperato nuovi banchi per la nuova scuola. Abbiamo anche portato all’incirca 100 libri di francese, vari quaderni penne ed molti altri materiali scolastici. Una delle esperienze più forti che ho avuto è stato quando ho incontrato i bambini e li ho visti ballare felicemente.
E’ stata una visione così pura e bella che stavo quasi per scoppiare in lacrime. Un insegnante mi disse che prima che la scuola fosse costruita la maggior parte dei bambini si trovavano per le strade ad elemosinare o a vendere qualcosa; bimbi tra i 5-12 anni.
Dopo di che ho capito quanto fosse importante il nostro aiuto e quanto importante sia sostenere l’istruzione per i bambini.
Un’altra parte del progetto consisteva nel visitare e passare il tempo con la comunità Senegalese.
Sono molto contento di aver scambiato momenti con loro.. Anche se noi veniamo da un continente, una cultura e un popolo diverso, siamo riusciti a coltivare buone relazioni come dei veri fratelli e sorelle. Tutti insieme abbiamo visitato le bellezze della provincia di Dakar come il lago Rose, La casa degli schiavi e Gorè Island (un’isola bellissima con un bellissimo mare), Il Monumento alla rinascita dell’Africa e così via. Questa esperienza mi ha aiutato veramente a crescere e capire quante esorbitanti benedizioni abbia ricevuto.
Ho compreso quanto sia importante condividere le proprie benedizioni a chi ne ha più bisogno. Alla fine, invece di aiutare il Senegal, il Senegal mi ha aiutato a crescere. Mi ha mostrato cosa sia l’umiltà, come apprezzare ciò che ci offre la vita e apprezzare ogni persona per il semplice motivo che siamo tutti figli di Dio.